Ancora in fasce la piccola Flavia stava consumando gli ultimi momenti della sua breve vita. 11 respiro si faceva sempre più affannoso, il suo viso era acceso dalla febbre e la fronte imperlata di sudore. Sua madre e la fedele nutrice avvolsero Flavia in una bisaccia di lino e cominciarono a salire i monti per raggiungere la Sibilla. Attraverso un percorso aspro, stretto e difficile giunsero dalla Sibilla che sembrava stesse ad aspettarle.
Le donne le affidarono Flavia per sconfiggere una malattia che sembrava mettere a repentaglio la sua vita. La Vergine la condusse all'interno di una grotta colma di fasci di fiori ed erbe messe a seccare, l'aria era cosi pregna di odori quasi da stordire.
La Sibilla adagiò Flavia su un giaciglio di stuoie e coperte, la svestì e cosparse di unguenti tutto il suo corpicino. Le manine cominciarono a librare nell'aria, il respiro fluiva più libero tanto che al mattino seguente la piccola era già guarita.
La Sibilla, durante la notte ebbe una visione, immaginando Flavia in arcione su un bianco destriero, la leggera corazza scintillante sotto il sole, lunghi capelli biondi mossi dal vento, il viso imporporato dalle fatiche della mischia, lo sguardo fiero e volitivo.
La ragazza sarebbe stata felice se l'avessero addestrata alla forza delle armi e per eliminare ogni traccia del male avuto la Sibilla immerse Flavia nella Fonte della Salute, una polla d'acqua calda dalla quale si alzava una nebbiolina tenue, e Flavia lambita da quelle acque gorgoglianti godeva del loro contatto. Il suo destino fu così segnato per sempre.