Una sollevazione popolare, capeggiata da guelfi ex ghibellini, al grido di "muoia il tiranno, evviva il popolo", nel 1498 dà fuoco al palazzo dei Guiderocchi, costringendo la famiglia prima alla fuga poi all'esilio. Seguono lotte accanite tra bande armate, tra agenti sobillatori interni ed esterni che deteriorano le libere istituzioni civiche.
Ed i tempi sono così tristi che gli Ascolani pensano sia meglio rimettersi sotto le ali pontificie per evitare guai peggiori. Nel 1515 grazie alla sua caparbietà, Astolfo Guiderocchi riesce a tornare in città e decide di vivere dimenticando il passato e tornando a sedere nel Consiglio della città sotto la guida dello Stato Pontificio. Il Palazzo tornerà ad essere vivo e il centro nevralgico della vita politica della città.